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Cherry Sangria

lunedì 27 maggio 2013
Cherry Sangria

Farewell, non pensarci e perdonami
se ti ho portato via un poco d'estate
con qualcosa di fragile come le storie passate...

Francesco Guccini, Farewell

Ci eravamo innamorati davanti a una sangria senza fine nel profumo tiepido di una sera di giugno, accecati da una luna perfetta, lucida e tonda, triste ma senza malinconia. Era una scommessa fatta per gioco, quattro passi al tramonto, e la musica ingenua di una cena inventata per terra.
Adesso non lo so più, se davvero era felicità quella cosa lì che brillava in fondo al bicchiere. Se era illusione, l'ho amata tuttavia, perché dolce e inebriante, un fragile sogno che incantava, col suo profumo rosso ciliegia e la tenerezza accogliente di un prato a primavera.
Il tempo ci ha imbrogliato, trascinando via quella nostra realtà come una bolla di sapone in mezzo a una tempesta. Resta ancora il sapore languido dei ricordi, e questo bicchiere di dolcezza che come allora mi abbaglia e confonde.

Cherry Sangria*
per 6 persone

vino rosso 1 bottiglia
spremuta d'arancia 1 bicchiere
cannella 2 stecche
brandy 100 ml
Grand Marnier 40 ml
Cointreau 40 ml
sciroppo di agave 3-4 cucchiai
ciliegie q.b.


Cherries

*La ricetta l'ho adattata da The Inspired Vegan, di B. Terry, raccolta di ricette veg e storie a ritmo di jazz che sanno di grano, sole e speranza, anche quando l'estate è troppo lontana.

Sciacquare le ciliegie, snocciolarle e tagliarle a metà. Versare tutti gli ingredienti in una larga caraffa, unire le ciliegie e mescolare. Coprire e far riposare in frigo per qualche ora prima di servire.


Cherries, Orange & Cinnamon

Ragù Veg

martedì 21 maggio 2013
Mezzi Rigatoni al Ragù Vegetariano

Sono trascorsi mesi e anni (gulp!), e decine di post, ricette, marmellate, focacce, invasamenti, pizze e torte da quel giorno in cui ho fatto per l'ultima volta il più classico dei ragù; e pure da quando ho commesso quest altro peccato a scopo blog di cui adesso mi rifiuto di parlare.
Lo so che questa impropria, eretica new entry e vegan, più di qualcuno si rifiuterà di chiamarla ragù, ma io che colpa ne ho? Non sono proprio fatta per le polemiche oscurantiste; nel mio curriculum, lo confesso, vanto anche io un passato da integralista culinaria, il quale però mi procurava non poche fitte alla testa in questa terra a stelle e strisce dominata dagli orrori (o genialate) del fusion. Così oggi, della filosofia restrittiva dei tempi andati, quando ancora credevo unicamente nella bufala, nel San Daniele e nei pachino, ho deciso di conservare soltanto l'etica (semi)fondamentalista della pizza, in virtù della quale l'accoppiata ananasprosciuttocotto (altrimenti nota come pizza hawaiana) mi procura a tuttoggi l'orticaria intestinale.
Sto divagando, come sempre, ma questo in fondo è uno dei sottili piaceri di un blog autogestito...
Ragù, dicevamo. In questi giorni ho appreso che la parola deriva dal francese ragoûter, vale a dire "stuzzicare l'appetito". Quindi, tecnicamente, anche quello che sottopongo adesso alle vostre sacrosante critiche, è un ragù con tutti i crismi. Perché stuzzica davvero, col suo profumo espanso e il colore rosso rubino che ti si appiccica al mestolo.
E io lo chiamo ragù perché va fatto senza fretta alla domenica mattina, o nella pace di un pomeriggio intero a disposizione; e perché contiene in sé la stessa idea densa e rassicurante di quando a sei anni tornavi a casa dopo scuola e sapevi di trovare la tavola apparecchiata, e per pranzo dieci a uno c'era pasta al sugo.
Fa lo stesso se la carne stavolta mi è scappata; e pazienza se non riesco ad accontentare i fondamentalisti culinari, vorrà dire che non li invito a pranzo, tanto a tavola seduti per terra non credo ci starebbero volentieri. Oppure, per rimediare, lo chiamerò ragù dei poveri, o meglio ancora poor girl ragù, per far sfoggio di inglese e per farvi anche un po' di compassione.
Ma pigliatevi un panino, mangiatelo caldo a scarpettate, e poi ditemi per caso se non ne valeva la pena.

Today Pasta

Ragù Veg*
per 6 persone

cipolla 1
carote 2
sedano 1 gambo
olive verdi 50 gr
uvetta 120 gr
capperi sotto sale 25 gr
doppio concentrato di pomodoro 2 tubetti
vino rosso 1/2 bicchiere
prezzemolo e basilico freschi 1 mazzo ciascuno
olio, sale, pepe, peperoncino, acqua q.b.


Mezzi Rigatoni al Ragù Vegetariano

*La ricetta l'ho ripescata dalla famosa cartella Forum Cucina Italiana, ma non ho salvato l'autore, me ne scuso. Se qualcuno per caso sa chi sia, dica pure. Tenkiu for your understanding.

Tritare finemente la cipolla, e farla rosolare per qualche minuto in un po' di olio. Aggiungere le carote e il sedano tagliati a cubetti e cuocere per circa 10 minuti.
Nel frattempo tritare (anche nel robot da cucina, anzi, meglio se nel robot da cucina) olive, uvetta e capperi sciacquati dal sale. Unirli al misto di verdure insieme ad abbondante prezzemolo e basilico tritati, peperoncino a piacere, sale (poco) e pepe. Mescolare, cuocere per qualche minuto, quindi aggiungere il concentrato di pomodoro diluito nel vino rosso con l'aggiunta di un po' di acqua. Cuocere il ragù a fiamma medio-bassa per circa due ore, mescolando di tanto in tanto e aggiungendo dell'acqua se si restringe troppo.
Usarlo come al solito, nel classico panino al ragù ancora caldo, oppure per condire il formato di pasta che più vi aggrada: rigatoni, penne, mezzi rigatoni, mezze penne, lisce o rigate, maccheroni, spaghetti, conchiglie o fettuccine, viva la pasta, viva il ragù, quello veg ancora di più!
w.v.<3


Vino


Salmorejo

sabato 11 maggio 2013
Salmorejo

Pane e pomodoro.
Un pizzico di sole, le onde dell'oceano che sembra il mare. Il buono di una zuppa densa e rinfrescante. Un pomeriggio aperto e un libro da iniziare.
Costruisco così la mia estate cittadina.
Happy weekend.

Salmorejo
per 4 persone

pomodori maturi a grappolo 1 kg
pane raffermo 150 gr
mandorle tostate 30 gr
aglio 1 spicchio
aceto balsamico 1 cucchiaio
olio extra vergine 4 cucchiai
sale, pepe, acqua q.b.

Per la salsa al cetriolo
cetriolo 1
cipolla rossa piccola 1/2
pomodoro (facoltativo) 1/2
lime 2
coriandolo fresco, sale, pepe q.b.


Tomatoes

Il salmorejo è una zuppa fredda, densa e cremosa, originaria della città di Cordova in Spagna. Viene tradizionalmente guarnita con uova sode a cubetti e fettine di jamon serrano.
La mia è la versione very very good veg.

Preparare la salsa al cetriolo (salsa nel senso messicano del termine, non è un sugo ma una salsa, sí?): sbucciare il cetriolo e tagliarlo a cubetti insieme al pomodoro. Mescolarli con poca cipolla tritata e condire con succo di lime, sale, pepe e coriandolo fresco tritato. Coprire con pellicola e tenere in frigo.
Per la zuppa, tritare il pane a cubetti e bagnarli con 4 cucchiai di acqua. Tenere da parte. Sbucciare i pomodori tuffandoli per qualche secondo in acqua bollente e tagliarli a pezzi. Frullarli con il loro liquido insieme al pane ammollato e non strizzato, l'aglio, le mandorle tostate, olio e aceto. Insaporire con sale e pepe e se necessario aggiungere altra acqua.
Tenere il salmorejo in frigo almeno due ore. Servirlo ben freddo, guarnendo ciascun piatto con un cucchiaio di salsa al cetriolo.
Gnammy!


Cucumber Salsa

Gazpacho Verde

domenica 5 maggio 2013
Gazpacho Verde

Ho voluto scrivere un racconto. Le parole sono mie, la memoria è quella di altri. Spero vi piaccia.

Mio padre lo ricordo ancora con le mani sporche, nere di carbone come i capelli troppo ricci che gli spuntavano appiattiti e lunghi sotto al berretto. Lo indossava ogni mattina dopo il caffè, insieme a quel curioso faro in fronte che avrebbe illuminato il suo lavoro nel ventre della terra. Quando usciva di casa, aveva l'aria serena di un vecchio saggio e l'andatura orgogliosa da eterno corridore. Parlava poco, con voce roca e un forte accento del nord, aveva occhi chiari e vestiva sempre pulito, la camicia verde a scacchi inamidata al collo. Tutte le sere, tranne il venerdì Santo, il mio compleanno e la vigilia di Coppa, si trovava con gli altri giù al pub e discuteva a sorriso aperto del suo lavoro alla miniera e del motivo per cui la Newkie Brown era la miglior birra al mondo. Estroverso quanto basta, era cortese e tollerante nelle idee, anche quando iniziò a ingarbugliarsi con ostinazione nei discorsi della sua politica, difendendo i compagni e lo sciopero infinito in quel triste inverno di trent'anni fa.
A quell'epoca frequentavo la Northgate Middle School, portavo i capelli corti e gli anfibi a lacci rossi, e ascoltavo gli Ultravox a oltranza. Avevo dodici anni quando venne a casa e disse È fatta, cari miei, siamo in sciopero. Non sapevo perché ma avevo paura, sentivo nell'aria un cambiamento che ci avrebbe distrutto.
Fu un inverno lunghissimo e freddo, lui resistette fino alla fine picchettando duro davanti alla polizia a cavallo, mentre mia madre scriveva poesie e vendeva speranza al mercato dell'usato. Quella volta a Natale non portammo pantaloni stirati e per regalo ricevemmo piselli e carne in scatola dai vicini misericordiosi.
Lei la vedevo in TV coi capelli in ordine e lo sguardo inflessibile, ci aveva chiamati nemici e non glielo perdonavo, incolpandola di tutto, il freddo, le strade vuote, le liti coi cugini. Mio padre amava il suo elmetto scuro e tutto quello che chiedeva era l'onestà di un lavoro per regalare a noi idee, libri e allegria. Sette anni dopo, quando la piazza esultò gridando Maggie's gone, io non fui capace di unirmi alla festa, perché sapevo che la spaccatura creatasi fra noi era per sempre.
Oggi ascolto la notizia nella timidezza della primavera londinese, di fronte a un'improbabile zuppa da moderno bistrot, e mi ritrovo davanti quello sguardo di ferro come l'avevo lasciato nella memoria. A nulla serviranno decine di resoconti postumi e faziosi, so già che non li guarderò, quei documentari fasulli e patinati. Io l'ho vissuto dentro, nel gelo di mesi senza pane e senza luce, e conservo tutte le poesie, gli anfibi e la t-shirt. Non capivo fino in fondo ma ero lì a dividere la rabbia, e so per certo che da allora niente fu più come prima.


Gazpacho Verde


Gazpacho Verde*
per 6 persone

sedano 2 gambi
peperoni verdi 2
cetrioli sbucciati 600 gr
pane raffermo 80 gr
noci tostate 130 gr
peperoncino verde fresco 1
aglio 4 spicchi
zucchero 1 cucchiaino
spinacini 200 gr
basilico fresco 1 mazzo abbondante
prezzemolo tritato 2 cucchiai
aceto balsamico 4 cucchiai
olio di oliva 60 ml
latte di cocco 3 cucchiai
acqua 700 ml ca.
ghiaccio 4-5 cubetti
sale, pepe, cubetti di pane tostato per servire q.b.


*La ricetta l'ho adattata da Plenty, di Yotam Ottolenghi, rinomato chef londinese. A volte compare nel menù del suo ristorante a Notting Hill. E il libro, detto fra noi, è una vera chicca.

Tritare grossolanamente sedano, peperoni, cetrioli, pane, noci, peperoncino e aglio. Frullare unendo zucchero, spinacini, erbe, olio, aceto, latte di cocco, quasi tutta l’acqua, ghiaccio, sale e pepe. Se necessario, unire altra acqua finché si raggiunge la consistenza desiderata.
Servire con un giro di olio e cubetti di pane tostato.


Croutons and Walnuts

Succo Rosa (Rabarbaro, Carote, Barbabietola)

mercoledì 1 maggio 2013
Succo di rabarbaro, carote e barbabietola

I believe in pink.
~ Audrey Hepburn

Se mi chiedessero di colorare il mondo, non avrei dubbi, lo dipingerei di rosa. Magari con qualche sfumatura di rosso, che - diciamoci la verità - secondo me non fa mai male, ma poi giù pennellate di rosa, in tutte le sue tonalità allargate, dal lilla al magenta, passando per il fucsia e il viola prugna.
Non parlo del colore delle fiabe stucchevoli e impossibilmente romantiche della mia malsana giovinezza, perché se fosse per me darei a Cenerentola, Biancaneve e la Bella Addormentata un bel paio di scarpe piatte e comode e una zucca motorizzata in versione cabriolet per andarsene a spasso da sole intorno al mondo, senza aspettare di essere svegliate dal principe azzurro, ma piuttosto da un cappuccio doppio con opzione brioche.
Mi significo invece il rosa delle fragole quando si trasformano in marmellata, dei ciliegi in fiore ai lati della strada e quello insormontabile di certi tramonti della sera in montagna; rosa come il profumo del pane appena cotto, come la Gazzetta quando gioca l'Italia o una fetta di anguria gelata consumata per strada sotto le stelle di agosto.

Three shades of pink

Perché se chiudi gli occhi e immagini il mondo così, se chiudi gli occhi ma apri il cuore, se ti concentri ad ascoltare il rumore del respiro o quello del vento, dimenticandoti delle paure, dei giudizi, delle cose da comprare, della fretta, del tempo, delle ore e della cena di stasera, allora ti accorgi che il mondo sei tu che lo colori, e la felicità è lì dentro alla testa, appena dietro la follia e alla fine dei pensieri; e subito ti si restringe lo spazio per la sofferenza e la solitudine di quei lunghi pomeriggi a novembre, gli addii non sono addii ma curve di un sentiero in movimento, e ogni giorno se lo vuoi diventa fatto per essere come zucchero filato, rosso come i pomelli di Heidi, o giallo e verde come le margherite sul prato, a suo agio e perfetto come un ottagono a rovescio.

Ingredienti

Io non credo nel principe azzurro, (l'avete mai visto lui nelle favole che bacia una ranocchia?), ma ho fiducia nel colore della vita quotidiana, nella fantasia impastata di realtà e nell'oasi fiorita di un giardino dietro casa. Più efficaci e possibili, come una parrucca lilla da indossare un giorno qualunque, un'elefantessa che scappa dal circo o un giro in Vespa sotto la neve a dicembre.
Ma adesso scusate, mi è venuta sete.

Rabarbaro


Succo Rosa
con rabarbaro, carote e barbabietola

per 2
rabarbaro 3-4 gambi
barbabietola rossa 1
carote 3-4
mela verde 1
lime 1
zenzero fresco 1 piccolo pezzo

Lavare frutta e verdura e sbucciare la barbabietola. Tagliare a pezzi e centrifugare. A piacere unire un pezzetto di zenzero. Alla fine aggiungere il succo di lime e mescolare. Servire freddo.

Forbici e veggies