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Churros al Forno

domenica 12 gennaio 2014
Churros

l'America era un angolo, l'America era un'ombra, nebbia sottile,
l'America era un'ernia, un gioco di quei tanti che fa la vita...
~ Francesco Guccini, Amerigo

Vendeva churros con cannella da un carretto sulla 16, dietro alle scale all'uscita della metro; si chiamava Francisco ma per gli amici e nel quartiere era sempre e solo Pancho. Aveva gli anni di Gesù, capelli neri sulle spalle e mani sporche di zucchero e fatica. Parlava lento in una lingua a lui straniera, mascherando contro voglia quel suo cocciuto e irriducibile accento del sud. La sua America underground era quell'angolo di strada, la maglietta Yes We Can, e un sogno mai svanito.
Era un peccatore, un innocente fuorilegge col respiro sempre all'erta: il suo sbaglio senza colpa fu di nascere al di là, in un paese senza luna sbranato da coltelli, polvere bianca e miseria.
Era arrivato di notte, aggrappato al vento buio di un treno ancora in corsa. Dicono che avesse una ragazza, troppo giovane per ricordarlo ancora, troppo bella perché smettesse di amarla. Si era lasciato indietro quel suo cuore innamorato, aveva chiuso gli occhi alla tristezza ed era partito alla ricerca.
Finì nella città che portava il suo nome, augurio e speranza di un futuro migliore, testimone e complice di un presente senza gloria. Erano 12 ore al giorno, 300 churros al tramonto e ogni mese una domenica di birra e libertà.

TWO FOR $1.
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Un cartello scritto a mano svendeva per lui la sua dolcezza, col ripieno di ricordi e il profumo tiepido della malinconia. Una stretta di mano, un sorriso, un buenos dias: due churros ai golosi per un dollaro di gioventù.
Era sempre lì, Pancho, sorridente e generoso davanti a noi senza domande. Era sempre lì, sicuro e accogliente, con lo sguardo fisso sul futuro.
Fino a quando una mattina non lo trovammo più: si racconta che fossero appostati, una chiamata infelice, la forzata vigilanza di uno sberleffo del destino.
Piaceva a tutti ma anche a loro, Francisco Pancho da Juárez, Francisco Pancho fabricante de churros.


Churros

Churros al Forno
per 15 pezzi ca.

farina 140 gr
zucchero 50 gr
burro 100 gr
sale 1 pizzico
acqua 200 gr
uovo 1
estratto di vaniglia 1/2 cucchiaino
zucchero e cannella per finire q.b.

Eggs

Scaldare l’acqua con il sale e sciogliervi lo zucchero. Unire il burro e quando si è completamente sciolto unire la farina e mescolare. Cuocere fino a quando l’impasto è omogeneo e senza grumi, e forma una palla lucida (ci vorrà circa 1 minuto). Togliere dal fuoco e lasciare intiepidire. Unire l’uovo a temperatura ambiente, l’estratto di vaniglia e mescolare bene.
Mettere l’impasto in una tasca da pasticceria con l’imboccatura a stella, formare delle striscie lunghe circa 8-10 cm su una teglia rivestita di carta forno, e cuocere a 175 per circa 30 minuti fino a quando i churros sono dorati.
Rotolarli ancora caldi nello zucchero mescolato a cannella.
I churros, tradizionali dolci messicani, andrebbero fritti in olio bollente; questa è la mia versione cosiddetta light.
Light ma non vegan, per il primo peccato dell'anno.

Churros