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Pesto di Cavolo (Russo?)

lunedì 28 marzo 2011
Pesto di Cavolo (Russo?)

ECCHECAVOLO!! E che cavolo?? Russo. Russian. Kale.
Ho come il sospetto che sarete costretti a prendere questo post sulla fiducia, dato che io questa cosa qui, con le foglie arricciate e i gambi viola, dal gusto dolce e dal profumo non-cavoleggiante, non l'avevo mai vista in Italia. Ma sia chiaro, se qualcuno di voi per caso sa di cosa sto parlando, e magari ha pure la zia che lo coltiva tutti gli anni nell'orto dietro casa, bhe, cosa aspetti? Fatti sotto e levami dall'imbarazzo.
Io l'ho scoperto dopo solamente un decennio che vivo qui, ma del resto l'ho sempre saputo di essere all'avanguardia. Pare che il Russian kale sia stato introdotto in America nel XIX secolo da commercianti russi, da cui prende appunto il nome. Se i suddetti commercianti ne abbiano per caso dimenticato qualche pianta anche lungo le coste dell'Adriatico, purtroppo non è dato di sapere.
Quanto a me, quando qualche giorno fa mi sono decisa a usarlo per la prima volta, è sbocciato l'amore. Russian Kale, now and forever. Il cavolo russo è la mia nuova obsession, insieme ai pomelo, ai limoni dolci e all'iPad2 ai datteri medjool. Prometto che d'ora in avanti non me lo farò più scappare.


Pesto di Cavolo (Russo?)
per un vasetto

cavolo 100-130 gr. circa
aglio 2 spicchi
anacardi 40 gr. circa
succo di limone 3 cucchiaini
scorza grattuggiata di 1/2 limone
olio extra vergine 250 ml. circa
parmigiano grattuggiato 30 gr. circa
sale, pepe q.b.


Tostare gli anacardi nel forno per una decina di minuti. Sbucciare gli spicchi di aglio e tagliarli a metà. Lavare le foglie del cavolo, eliminare le estremità più dure e tagliarle a pezzi. Radunare tutti gli ingredienti nel mortaio mixer e frullare a più non posso.

Photo (Sun)Day: Fragole

domenica 27 marzo 2011
Fragole

C'erano una volta le fragole.

Macco di Fave

mercoledì 23 marzo 2011
Macco di Fave

Qui lo dico e qui lo nego: io sto col minimalista minimalismo. Quando poi si tratta di minimalismo in cucina, vado proprio in visibilio. Già, perché le ricette che iniziano a elencare più dei tre o quattro ingredienti umanamente consentiti mi fanno davvero stare male, incutendomi una sorta di terrore culinario, e risvegliando in me due opposte tentazioni:
a) l'innaturale e subdolo desiderio di correre ai ripari dal take-away più vicino, per compiacere alla pigrizia;
b) la voglia di una ciotola di riso in bianco (senza nemmeno il parmigiano!), per assecondare l'aspirazione all'eterea purezza del protagonista solitario.

Mi rendo conto che aprire un blog di cucina non sia stata proprio una gran trovata. Ho un debole per sali variopinti e farine dalla grana misteriosa, è vero, e nel tempo ho chiaramente collezionato una serie imbarazzante di polveri, spezie e altri intrugli piuttosto enigmatici (tutto materiale da convivio, ça va sans dire), per non parlare poi di ciotolame in svendita, posate in esubero e aggeggi all'ultimo grido. Eppure, se fosse per me, posterei spaghetti al pomdoro 304 giorni l'anno, riservando le circa 52 domeniche per gli gnocchi (sempre rigorosamente al pomodoro), e i restanti 9 giorni per il piatto a sorpresa. Un blog d'effetto, sicuramente.

Immaginate pertanto il mio tripudio quando ho provato questo portentoso macco di fave, nella mia to-do list da tempo immemorabile: la linearità di un piatto minimal incontra la vanità del post. Un connubio perfetto. Nel mio blog ideale, il macco di fave si è fatto strada all'improvviso, aggiudicandosi ben 8 dei 9 giorni a sorpresa. Perché più minimal e più buono di così mi pare sia davvero difficile.


Macco di Fave
per 4-5 persone

fave secche decorticate 500 gr
olio, sale, pepe, acqua q.b.
aglio 2 spicchi
finocchietto selvatico, cicoria, cavolo nero, dente di leone, rapini, foglie di senape
(o altro verdurame a piacimento)

un grosso cespo


Mettere a bagno le fave in una ciotola piena d'acqua per una notte. Il giorno successivo, scolarle e metterle a cuocere a fuoco medio-basso in una larga pentola, appena coperte di acqua. Cuocere fino a quando le fave sono tenere e iniziano a disfarsi, schiumando all'occorrenza, mescolando di tanto in tanto, e aggiungendo altra acqua se necessario. A piacere, si potrebbero anche unire all'acqua di cottura una carota e un gambo di sedano, oppure iniziare facendo saltare in due cucchiai di olio un cipollotto tagliato a rondelle, ma io ho preferito tentare con la versione più proletaria che c'è: fave, fave, assolutissimamente fave, con l'unica aggiunta di un bel pizzicone di sale a fine cottura. Quando le fave sono tenere, recuperare dall'armadio il sempreverde frullatore a immersione e ridurle a crema, aggiungendo olio a filo fino a ottenere un purè omogeneo.
Nel frattempo pulire la verdura (nel mio caso si è trattato di Russian kale, un tipo di cavolo nero... violaceo, leggermente dolce e meno pungente, una cosa a me ignota fino a l'altroieri a dire il vero, che se vi accontentate potrei anche tradurvi come cavolo russo :-), eliminare le estremità dure dei gambi e farla leggermente appassire in una larga padella con un dito di acqua. Scolare, eliminare l'acqua in eccesso e ripassare in padella con un filo d'olio e gli spicchi di aglio sbucciati e tagliati a metà. Insaporire con sale e pepe.
Impiattare il macco di fave con le verdure al centro, e servire con un giro di olio e una spolverata di pepe nero.

Photo (Satur)Day: Funghi Shiitake

sabato 19 marzo 2011
Funghi Shiitake

East meets West. Robusti, carnosi, saporitissimi. I funghi shiitake.

Insalata di Jicama, Ananas e Menta

venerdì 18 marzo 2011
Insalata di Jicama, Ananas e Menta

Voglia di estate? SiSiSiSiSiSiSiSiSiSiSììììì!


Insalata di Jicama, Ananas e Menta
per 4

jicama di media grandezza 2
ananas fresco 4-5 fette spesse circa 1 cm
scalogno 1
lime 3
peperoncino, possibilmente thailandese 1
sale, menta fresca q.b.


Se non conoscete la jicama, potete:
a) leggere qui, e qui;
b) provare a immaginare un tubero simile, per forma e colore, a una grossa patata piatta, con la non sottile differenza che la vostra jicama si fa mangiare cruda, e in più è dolce, croccante e dissetante come una mela.
La jicama si coltiva comunemente in Messico e America Centrale, dove viene spesso consumata come antidoto contro la calura estiva, tagliata a bastoncini e condita semplicemente con peperoncino, sale e succo di lime. Umilmente buona e rinfrescante.

Oggi tuttavia, invece che farla a bastoncini, l'ho cubificata. Come era quella storia che cambiando l'ordine dei fattori...? O qualcosa così, ah ecco, mi pare si dicesse che nonostante tutto il risultato non cambia. A bastoncini, filetti, cubi o parallelepipedi, che importa? Provatela. Col sole (meglio) o con la pioggia (peggio), la jicama non vi tradirà.

Per la cosiddetta ricetta, basta pelare la melapatata jicama e tagliarla a cubetti insieme alle fette di ananas; tritare lo scalogno, spremere i lime, togliere i semi dal peperoncino e tritarlo fine (magari ricordandosi anche di lavarsi bene le mani dopo aver toccato i semi e prima di stropicciarsi gli occhi), mescolare tutto per bene in una ciotola rosa, verde o azzurra, insaporire con un pizzico di sale e un bel po' di menta fresca tritata... e anche per oggi possiamo tirare un sospiro di sollievo.

Finocchi al Forno con Arancia, Pinoli e Uvetta

giovedì 10 marzo 2011
Finocchi al Forno con Arancia, Pinoli e Uvetta

Questa - lo confesso - avrebbe dovuto essere l'ultima entry della Settimana dell'Agrume, conclusasi contro ogni aspettativa in tre, misere, puntate.
Ma che cosa ci posso fare io? Sapete voi quanti siano gl'impedimenti dirimenti di una foodblogger? Error, conditio, foto, cognatio etc... etc...
CVD (Che Vita Dura).


Finocchi al Forno
con Arancia, Pinoli e Uvetta

per 4-5
finocchi 2
arancia, grande 1
uvetta, pinoli 1 manciata ciascuno
sale, pepe, olio, verde del finocchio, pane grattuggiato


Pulire i finocchi, tagliarli a metà e affettarli non troppo sottilmente. Condirli con sale, pepe, olio e il succo dell'arancia, e tenere da parte. Tostare i pinoli in un padellino antiaderente per qualche minuto. Mescolare qualche cucchiaio di pane grattuggiato con un po' di erbetta del finocchio tritata fine e la scorza dell'arancia.
Ungere una teglia da forno con un po' di olio e cospargere il fondo di pane grattuggiato. Fare uno strato di finocchi, versando anche metà del liquido, cospargere con pinoli, uvetta e altro pane grattuggiato. Coprire con il resto dei finocchi e il rimanente condimento, un'altra manciata di pinoli, abbondante pane grattuggiato e un giro di olio (non mettere l'uvetta in superficie perché brucerebbe diventando amara).
Infornare a 200 per circa 45-60 minuti finché i finocchi sono teneri. Se in cottura scurisce troppo, coprire la teglia con dell'alluminio. Consumare tiepido, meglio ancora se il giorno successivo.

Insalata di Barbabietole e Carote

lunedì 7 marzo 2011
Insalata di Barbabietole e Carote a Crudo

Ho avuto un'illuminazione! Una di quelle che ti colpisce (quasi) come una padellata in fronte: le barbabietole si possono mangiare crude. Olé!
Purtroppo per me, ho sempre pensato che fossero come le patate, che da crude probabilmente non riscuoterebbero grande successo. E invece ho avuto una bella sorpresa, un'illuminazione indotta dal novello amico Mark Bittman, di cui mi sono già ripromessa di parlarvi un po' più dettagliatamente nei prossimi giorni.
Per il momento però prendetevi questa insalata, fresca, croccante, e rigorosamente raw, e ditemi voi se non c'è motivo di essere allegri. Cheers!


Insalata di Barbabietole e Carote
per 4

barbabietole, medie 3
carote 2
zenzero fresco 1 dito
scalogno 1-2
olio 2 cucchiai
senape di Digione 2-3 cucchiai
lime 2
sale, pepe, coriandolo fresco q.b.


Pelare le barbabietole e le carote e grattuggiarle in una ciotola. Unire lo zenzero fresco grattuggiato, gli scalogni tritati finemente, sale e pepe. Preparare il condimento mescolando olio, senape, succo di lime e versarlo sopra le verdure. Mescolare bene e cospargere con una generosa quantità di coriandolo fresco tritato (mi raccomando, fatela proprio generosa la quantità...).

Photo Day: Guava

domenica 6 marzo 2011
Guava

Una domenica di pioggia. Direzione Chinatown.