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Vegan Bundt Cake al Cocco e Limone

domenica 31 marzo 2013
Mini Vegan Bundt Cakes al Cocco e Limone

Le parole!!!!
LE PAROLE, ecchec! (sepoddi'??), io le amo. Alle parole, io, mi inchino. Le ammiro, le sogno, le ascolto. Riverisco. Le parole mi stuzzicano e mi affascinano, le rispetto, mi accendono, mi seducono e mi sbattono al muro.
Sussurrate all'orecchio in una notte d'estate, eterne e bugiarde come bolle di sapone; urlate al vento, alla pioggia e agli arcobaleni del mondo, cariche di rabbia, di speranze e di futuro; le parole lette e assorbite tra le pagine altrui, inebrianti come l'oppio, feroci e soffocanti come un cappio che stringe; quelle inventate, distorte, manipolate; le parole antiquate o moderne, quelle twitterate, facebookkate, dipinte o spruzzate su un muro; quelle scritte nei cessi dei bar, stampate nella mia mente malata, firmate a mano in un biglietto d'auguri, spedite per posta o arrivate dal cielo; le parole gialle e rosse di un'insegna per strada, quelle cantate per piangerci sopra, le parole inghiottite dal tempo o rimaste per anni sotto un cuscino imbottito; quelle masticate e poi sputatemi addosso, sognate sotto le stelle d'agosto, avvolte di alcool, di fumo e di nebbia, mosse da un bacio o una carezza sul collo; le parole tatuate sulla pelle come un teatrico gesto finale, pronunciate davanti all'altare, quelle cancellate, poi riscritte, messe in calce o perdute. Le parole dei film, delle canzoni, della pubblicità. Quelle scolpite nella pietra e per sempre, o registrate per un'ora soltanto, quelle rimaste tra i ricordi di allora. Le parole future, condizionali o trapassate, quelle buie di una lingua straniera, quelle abbozzate da un bimbo che cresce, le parole imparate a memoria da un canto, o recitate come un mantra perverso.
Io. Amo. Le parole. Le inalo come vapore benigno, le bevo come un bicchiere di chianti. Mi faccio ubriacare, colpire, trasportare in un presente lontano e distante. E tu lo sapevi, tu mi conosci come le tasche dei nostri mondi un tempo vicini. Se non fosse per quelle poche parole affidate alla moderna tecnologia, io e te ci saremmo persi per sempre. L'hai detto tu stesso, e lo sapevi che effetto mi fa, quando nell'uovo di Pasqua, tra un morso di torta e il tè delle cinque, mi regalavi questo pugno di versi:

Quando è stata quell'ultima volta
che ti ho vista e poi forse baciata
dimmi adesso ragazza d'allora
quando e dove te ne sei andata
perché e quando ti ho dimenticata.
Ti sembrava durasse per sempre
quell'amore assoluto e violento
quando è stato che è finito il niente
perché è stato che tutto si è spento
non ha visto nemmeno settembre.
~ Francesco Guccini, L'ultima volta


Limoni


Vegan Bundt Cake*
al Cocco e Limone

per 8 mini cakes o uno stampo a ciambella di 24 cm di diametro
zucchero 225 gr
farina 375 gr
olio vegetale leggero 100 gr
latte di cocco 1 lattina (400 ml)
latte di soia o di riso 50 gr
succo di limone 50 gr
scorza grattuggiata di limone 3 cucchiai
estratto di vaniglia 2 cucchiaini
lievito per dolci 2 cucchiaini
bicarbonato di sodio 1 cucchiaino
sale 1 pizzico
cocco essiccato grattuggiato 130 gr
zucchero a velo per finire q.b.


Limoni

* Ennesima ricetta rubata dal sacro testo del veganesimo ortodosso, quel Veganomicon a cui è ormai appeso il mio destino, solo con un pizzico di vintagitudine in più. E non sarà l'ultima volta.

In una larga ciotola, mescolare zucchero, olio, latte di cocco, latte di riso, succo e scorza di limone, ed estratto di vaniglia. Mescolare bene. A parte setacciare farina, lievito, bicarbonato e sale, e unirli gradualmente agli ingredienti umidi, mescolando bene dopo ogni aggiunta. Incorporare infine il cocco essiccato.
Versare l'impasto in uno stampo a ciambella da 24 cm (oppure in 8 stampini più piccoli), precedentemente unto e infarinato, e cuocere a 175 per circa un'ora (45 minuti per gli stampi piccoli), finché un coltello infilato nel mezzo esce pulito.
Lasciare riposare la torta per circa 10 minuti nello stampo, quindi rovesciarla su una grata e farla raffreddare completamente. Cospargere la superficie di zucchero a velo e servire.
w.v.&v.<3


Mini Vegan Bundt Cakes al Cocco e Limone


Quando è stata quell'ultima volta
che hai sentito tua madre cantare
quando in casa leggendo il giornale
hai veduto tuo padre fumare
mentre tu ritornavi a studiare
in quei giorni ormai troppo lontani
era tutto presente e il futuro
un qualcosa lasciato al domani
un'attesa di sogno e di oscuro
un qualcosa di incerto e insicuro.
~ Francesco Guccini, L'ultima volta

Manifesto di un Animo Vintage

lunedì 25 marzo 2013
Go Vintage

È possibile avere nostalgia di un mondo che non hai mai conosciuto?
~ Ernesto Guevara de la Serna, I Diari della Motocicletta

Io ho l'animo vintage e questo post è il mio manifesto.
Faccio parte di un gruppo di blogger nostalgici e retrò, quei romantici del web che potrebbero piangere di fronte a una fragolina di bosco, un fumetto di Tiramolla o un foglio di Trasferelli, gente che se fosse per loro scriverebbe ancora con le stilo a cartucce e scambierebbe volentieri tutti i gigabyte del mondo per una soffitta piena di ricordi.
La mia realtà sognante è un mondo fatto di juke-box a gettoni, frappè alla vaniglia e sottogonne di tulle color rosa confetto. Ritrovo fiducia nella vita e nella gente alla scoperta di una ricetta scritta a mano dentro a un quaderno a quadretti ingiallito, e se penso ai regoli, a Mazinga Zeta o alla tabellina del cinque mi sale l'acqua ferrarelle allo stomaco.
Io credo di essere nata vintage. Non è un pregio e non è un vanto, sono cresciuta guardando Happy Days ed è stata la mia condanna. A dodici anni già la sentivo, quella nostalgia per un mondo mai conosciuto, e durante la mia pseudo-adolescenza, nei famigerati anni '80, mi sottraevo al paninarismo avanzante grazie alle torte di riso della nonna e alle canzoni di Simon&Garfunkel, che di canzoni ormai non ne scrivevano più. Quando Madonna è diventata Who's That Girl, io la volevo Like a Virgin, e ho vissuto come un trauma il tramonto dell'innocenza di Sandy e la fine dell'anno scolastico nel film Grease.
A diciassette anni avevo nostalgia dei Compagni di Scuola e avrei voluto anche io un motorino, non per andare in centro o in sala giochi, ma per volare di poco indietro nel tempo, vestire eskimo e striscioni e cantare in coro Dio è morto credendoci davvero.
Oggi mi innamoro a casaccio di oggetti e persone con una storia e un passato pesanti, la ruggine mi fa quasi tenerezza e potrei fare follie per una serata in cabriolet da trascorrere al drive-in.
La fine delle cose, gli arrivi e le partenze in una stazione di provincia, il mese di settembre e il colore delle nuvole al tramonto mi avvolgono di una sensazione umida, palpabile e pungente, che alcuni chiamerebbero 'malinconia'. Ma non è sempre un fatto triste, a me sembra piuttosto come quando si giocava a nascondino e si andava sicuri e orgogliosi del proprio rifugio nel tunnel segreto: è lo stesso sapore caldo e molle di un biscotto nel caffelatte, il sollievo confortante di un tana libera tutti, o la freschezza gentile del Vic Sinex sul petto in un pomeriggio di raffreddore passato sotto le coperte.
Sono fatta così, chissà, forse sono nata con l'orologio all'indietro e mi ritrovo adesso catapultata in uno stato di perenne sfasamento emotivo: mi piace la nebbia, mi piacciono i ricordi belli o tristi, i lecca-lecca tondi a righe e le istantanee Polaroid.
Non c'è niente da fare, ho l'animo vintage e mi rassegno all'evidenza. Questo post vuole essere solo il mio manifesto, il mio dolce al limone senza ricetta, scritto e sfornato per tutti quelli come me, capaci di commuoversi di fronte a un paiolo ammaccato, una nugatina croccante o l'eroica sopravvivenza di un cinema di periferia.

With vintage <3

Green Smoothie & La Mia Primavera

venerdì 15 marzo 2013
Green Smoothie

Podrán cortar todas las flores, pero no podrán detener la primavera.
Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera.

~ Pablo Neruda

Era arrivato a tagliare i fiori, gerani, gigli e bucaneve ancora assopiti. Un lupo cattivo o forse soltanto un dio un po' annoiato ci aveva strappato a forza dal ciliegio rosa, il mio fatto di torte di mele, pan carré e caraffe di limonata dolce spruzzata di vino. Era un pomeriggio di primavera, con l'azzurro del cielo negli occhi e il caldo dell'amicizia nel cuore. Era una gita in collina, e poi il silenzio oltre la porta.

La primavera torna sempre a svegliare questi ricordi, con il tepore dei tramonti e la luce tenue della sera, che ti stritola ironica nelle budella e sulla pelle ti spara addosso la realtà. Sono onde radio basse e silenziose, scie luminose e taglienti che corteggiano l'allegria e poi asciugano le lacrime.

Ma se l'ascolti più a lungo, la primavera sa parlarti gentile; senza sbattere in faccia ombre e colori come il sole di luglio, ti accarezza leggera chiedendo perdono con una lettera color pastello.
La primavera gentile è un tram verde venuto a spargere sale, è una spremuta di ricordi innocenti e una valigia già pronta fra le mani. Sono quei papaveri che rifioriscono ogni volta, tutte quelle storie che nascono e sembrano per sempre; è il giallo tiepido del sole di aprile e la bellezza imbarazzante delle stelle perdute dietro ai monti. È questo mio cassetto pieno di coincidenze che fa rinascere la fantasia all'incrocio dei venti. È la timidezza dei passi sul ghiaccio un po' sciolto e un film disimpegnato visto mano nella mano. Un pomeriggio d'amore furtivo e la confortante freschezza di un frullato a merenda.


Squeezed Citrus

Green Smoothie
con Cavolo Nero, Avocado e Arance

per 2/3 persone
avocado 1
foglie di cavolo nero 1 mazzo (4-5)
succo di arancia fresco 2 tazze
lime 1
datteri snocciolati 4-5
zenzero fresco grattuggiato q.b.


Avocado, Oranges and Dates


Ricetta? Massì, ricetta! Buttare tutto dentro al frullatore, avocado sbucciato, succo di arancia e lime, datteri, foglie di cavolo e zenzero grattuggiato. Frullare frullare frullare fino a quando lo smoothie è verde pastello e cremoso quanto basta. Se occorre, allungarlo con un po' di acqua o altro succo di arancia, a gusto.
Consiglio di usare un marchingegno abbastanza forzuto e di tenere le foglie di cavolo nel freezer, in modo che sia poi più facile spezzettarle e frullarle in maniera omogenea. In questo modo poi si possono conservare a lungo ed essere sempre pronte per questo concentrato di salute e allegria.


Squeezed

E cade la pioggia e cambia ogni cosa, la morte e la vita non cambiano mai.
~ Francesco Guccini, Per fare un uomo

Photos (Sun)Day & Very Inspiring Blogger

domenica 10 marzo 2013
Mushrooms

Find something you're passionate about and keep tremendously interested in it.
~ Julia Child

Ma oggi non è domenica? Sì? Bhe allora niente lasagne, niente ragù, niente risotto né polpettone. Vi regalo invece qualche foto che ho fatto qualche giorno fa, quando al mercato sono rimasta colpita da alcuni funghi ROSA di cui manco a dirlo mi sono innamorata all'istante, tanto che poi, simpatizzando altamente con il rivenditore, mi sono sentita in dovere morale di comperargli mezza bancarella. E mi sono divertita così, con queste foto e una spadellata di funghi misti con olio, aglio e prezzemolo. Certe volte credo che le ricette non-ricette siano le migliori al mondo, solo che non posso dirlo troppo forte, perché sennò checistoafareiocolmioblog?

Tornando al vero motivo di questo post, vi sarete forse accorti che io non partecipo mai a contest, catene, concorsi e iniziative social network. Un po' per pigrizia, un po' perché arriverei comunque in ritardo sulla data di scadenza, un po' perché faccio già abbastanza fatica a pubblicare un paio di post al mese per conto mio...
Questa volta però ho deciso di fare un'eccezione, dato che il sasso mi è stato lanciato da un amico conosciuto su questi schermi, a cui sono molto legata e a cui devo in parte l'aver ritrovato dentro di me riserve ancora vive di energia e interesse per il mondo della fotografia e del food. Marcello Mela e Cannella, ti ringrazio della nomination, come vedi ho ceduto anche io, e facendo finta che sia la notte degli Oscar infilo i tacchi e faccio qui di seguito il mio bel discorsetto.

Yellow Oyster Mushrooms

Il gioco si chiama Very Inspiring Blogger, è una specie di catena di Sant'Antonio (noooooooooooooo vi prego non scappate, non vi chiederò di fare assolutamente nulla, I promise), e funziona così:

1) copia e inserisci il premio in un post; (FATTO)
2) ringrazia la persona che te l’ha assegnato e crea un link al suo blog; (FATTO)
3) racconta 7 cose di te; (VEDI SOTTO)
4) nomina 15 blog a cui vuoi assegnare il premio e avvisali postando un commento nella loro bacheca. (VEDI SOTTO)

Brown Oyster Mushrooms

Se siete ancora in ascolto, ecco qui il punto TRE, ovvero le sette cose di me che magari ancora (per fortuna vostra) non sapete:

1) a 14 anni ho preso una cotta epocale per Michael Jackson, quello di Thriller, Billie Jean e Dirty Diana. E mi è rimasto che a tuttoggi, anno 2013 di Nostro Signore, lo trovo assolutamente irresistibile e quando nessuno mi vede provo ancora a imitare il suo moonwalk cantando Billie Jean a pieni polmoni;

2) lo scorso millennio mi sono laureata in epigrafia greca con una tesi sulla prossenia ad Argo. In parole povere studiavo vocaboli in greco antico tramandatici sui sassi e sulle pietre, e ho rilegato in pelle nera con caratteri d'argento il mio libro sugli emigrati emeriti dell'antichità provenienti dalla città di Argo;

3) ho un tatuaggio sull'avambraccio sinistro, un'iscrizione disegnata da un monaco tibetano che significa "compassione", intesa come empatia, comprensione e partecipazione alla sofferenza, una specie di promemoria costante a cui vorrei riuscire a ispirarmi. E poi ne ho altri due sulla schiena, o forse tre o quattro chi-lo-sa, ma qui non entro in dettaglio;

4) adoro adorissimo correre, e mi ritaglio così, a furia di kilometri, l'ennesimo spazio richiestomi dalla mia sanità mentale. In un passato neanche tanto lontano ho terminato 5 maratone, tre volte a New York, una a Honolulu e una a Boston, dove ho miracolosamente concluso con un personal record di 3.34.24;

5) tutte le mattine metto la cannella nel caffè e qualche volte la sbatto pure nel sugo al pomodoro, sisisì, proprio lui, ma anche e soprattutto quello delle polpette quando ancora le mangiavo (provare per credere);

6) all'università avevo un gatto senza coda. Si chiamava Charlie Scooter e ovviamente era il gatto più bello, più simpatico e più intelligente dell'universo;

7) non so guidare, non ho la tv e a volte mi piace proprio dire le parolacce. Porcapaletta è la mia preferita. Sbang!

Mushrooms

E per finire, ecco qui il punto QUATTRO, ovvero la lista di blog che sbircio più o meno regolarmente e da cui traggo ispirazione costante. Siano benedetti ora e per sempre. In ordine sparso:

1) What Katie Ate: unica, inimitabile, regina;
2) Call Me Cupcake: foto talmente belle che sto facendo un pensierino al suo libro anche se è in svedese;
3) Il Cavoletto di Bruxelles: sempre fantastica Sigrid, fa quello che vorremmo fare tutti, e lo fa meglio di tutti;
4) Mela e Cannella: ma si può ritirare il sasso al mittente?
5) Dessert for Breakfast: originaria della Bay Area, a lei va un punto di simpatia in più;
6) 101 Cookbooks: ricette vegetariane sempre ultra salutari, what's not to like?
7) Cannelle et Vanille: ovvero il mondo che vorrei, rosa e country quanto basta, pieno di fiori, stoffe e ciotoline dai colori pastello;
8) Foodografia: foto che spaccano, vorrei conoscere il suo segreto;
9) Pure Vegetarian: ovvero l'altro mondo che vorrei, luminoso, semplice e purissimo. E pure vegetariano, che non guasta mai;
10) La Tartine Gourmande: il mondo che vorrei n.3, da qualche mese anche in versione libro;
11) Souvlaki for the Soul: lo adoro già a partire dal titolo del blog, mi piace lo stile delle foto, vintage ma non troppo, e gli invidio molto la grecità (reminiscenze scolastiche, chevoletefarci?) e se proprio devo dirla tutta, pure la residenza a Sidney;
12) Tartelette: da pastry chef a foodblogger per hobby fino a food photographer per lavoro, e chi non la vorrebbe una carriera così?
13) Forty-Sixth at Grace: voglio le sue props, i suoi taglieri di legno e i suoi mestoli, voglio TUTTO;
14) Chasing Delicious: perché gli omarini in cucina, ammettiamolo, hanno sempre il loro fascino;
15) Cuoca Precaria: adoro come scrive, per me è un mito e un giorno glielo dissi. Mi piacerebbe che lo facesse più spesso, perché ogni suo post è una piccola perla di saggezza, ma credimi Laura, ti capisco e ti perdono!

Eccoci giunti alla fine di questo lunghissimio post, e a questo punto anche della mia domenica. Se siete ancora con me, sappiate che come tutte le regole, anche quelle del giochino di oggi sono fatte per essere infrante, e io per motivi logistici evito di mettere dei commenti di riferimento ai blog sopracitati. Questa catena continuerà ne sono certa, con me o senza di me.
Vi lascio in dono una ciotola di funghetti rosa.
Au revoir.

Pink Oyster Mushrooms

Mesciua

lunedì 4 marzo 2013
Mesciua

Caro diario, sono felice solo in mare, nel tragitto tra un'isola che ho appena lasciato e un'altra che devo ancora raggiungere.
~ Nanni Moretti, Caro Diario

Ho letto che la mesciua è nata dal mare, tra le coste liguri, una zuppa povera messa insieme con quelle granaglie che le mogli degli scaricatori di porto riuscivano a raccogliere di volta in volta sulle banchine, come tesori cascati senza volerlo dalle fenditure dei sacchi, lisi dal tempo e dai viaggi.
Ho immaginato una zuppa densa, con il sapore povero e robusto della terra, delle onde e delle avversità, e con il profumo incisivo dei ricordi e della speranza.
Ho intravisto una donna dalle mani sottili e ben curate, i capelli neri e un fazzoletto al collo, aggirarsi ogni giorno per le vie del porto a sbirciare invano tra le grida della gente nell'attesa anonima di un innamorato. Ho pensato a un uomo in mare con le braccia abbronzate e la fatica nelle vene, lo sguardo appresso alle stelle e la noia per amica, l'ho visto nutrirsi di onde, solitudine e falsa libertà.
Ho osservato la donna andare via, col suo fazzoletto al collo, lontano dalla costa e dal suono del vento, per andare a perdersi tra genti, lingue e profumi non più familiari. Ho avvertito la sua nostalgia, umida e densa come i vapori della cucina, l'ho sentita prendere forma dopo anni nel sapore impensabile di questo miscuglio di grani rimasti in fondo alla dispensa. Ho guardato dentro ai suoi occhi, scuri e tristi di malinconia, e ho ascoltato il vivido silenzio del suo rimpianto. Avrei voluto che in fondo al piatto trovasse risposta alle sue domande, avrei voluto regalarle il sorriso e il conforto della memoria, e invece l'ho vista piangere di fronte a questa zuppa così lontana e schietta, ricordo ancor vivo di un cielo d’estate, un amore mai vissuto e una terra mai dimenticata.
Ho fatto un sogno e l’ho trascritto così, in una sera d’inverno, dedicandolo a tutti i viandanti del mondo, col destino in alto mare, il pensiero a terra e il cuore fra due sponde.


Ingredienti per Mesciua


Mesciua
per 4/5 persone
ceci secchi 200 gr
fagioli cannellini secchi 200 gr
grano o farro 100 gr
olio, sale, pepe nero q.b.


Grains and Spoon


La sera prima, mettere i legumi in ammollo separatamente, coprendoli d’acqua, e lasciarli riposare per circa 8 ore. Scolare e sciacquare, mettere ceci e grano in una pentola d’acqua fredda poco salata, portare a bollore e cuocere per circa 1 ora e 1/2. Mettere i fagioli in una pentola a parte, coprirli di acqua fredda e lessarli per circa 1 ora. Unirli con una parte del liquido a ceci e grano, aggiustare di sale e cuocere per altri 15 minuti circa. Condire ciascun piatto con un giro di olio e abbondante pepe nero macinato fresco.
Astenersi please dal parmigiano, a detta degli esperti sarebbe un'eresia!


Mesciua