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Cornbread

lunedì 29 novembre 2010
Cornbread

E così se ne va un altro Thanksgiving weekend. E io con estrema nonchalance vi regalo una ricettina da Ringraziamento proprio alla fine della festa.
Il fatto è che in quasi 10 anni di soggiorno in terra straniera non ho mai osato mettere mano ai piatti di questa tradizione, anche perché la mia amica (la stessa che anni prima ci viziava sfornando chocolate chip cookies un giorno sì e uno no), dicevo la mia amica, mossa a compassione, mi invita sempre al suo T-Day, e io di solito mi salvo in corner portando una crostata, oppure una pumpkin pie rimediata alla pasticceria francese vicino casa (ne sanno, ne sanno questi francesi, bisogna ammetterlo...).

Quest anno però ho deciso di essere un'ospite più educata, e con estremo orgoglio mi rimbocco le maniche e provo anche io a contribuire all'operazione tacchino. Virtualmente, e in clamoroso ritardo, ma l'importante è partecipare, diceva qualcuno... Quasi quasi mi sbilancio e vi prometto che nei prossimi giorni settimane, quando tutti staranno ormai pensando alle torte a forma di cuore e ai ravioli rosa per il giorno di San Valentino, io mi presenterò candida e innocente con qualche altra pietanza che di solito non manca mai sulla tavola del Ringraziamento: patate dolci, stuffing, green beans, magari perfino una pie (ehm...forse...). E poi, diciamola tutta, in questo modo mi posso prendere in anticipo e a novembre 2011 mi giocherò il vantaggio linkando forsennatamente al passato :-)
Però non illudetevi, non mi vedrete ancora alle prese con il tacchino (intendo IL Tacchino, IL Peso Massimo, IL 20 Pounder, quello perfetto, tronfio, sugoso, quello che insieme ai milkshake, alle ragazze pon pon e alle lavanderie automatiche ha fatto da cornice a tutti i nostri sogni americani, da Happy Days a Saranno Famosi), ecco QUEL tacchino ancora no. Non scherziamo, non ce la posso fare. Sarò anche una Girl in The Kitchen, ma non mi chiamo Martha Stewart. Preparare QUEL tacchino vale una Green Card, e io non sono pronta, tutto qua.

Ma ora bando alle ciance, ecco a voi la prima entry della mia nuova categoria, Ringraziamento, anzi, facciamo pure Thanksgiving.
E a voi tutti, grazie di esserci.


Cornbread
per una padella in ghisa di 20 cm di diametro

farina di mais a grana grossa (cornmeal) 140 gr.
farina bianca 125 gr.
burro 100 gr.
zucchero 80 gr.
uova 2
latticello 235 ml.
bicarbonato di sodio 1/2 cucchiaino
sale 1 pizzico


Per la cronaca, il cornbread si trova tutto l'anno e non solo durante il periodo del Ringraziamento, ed è molto diffuso in tutti gli USA anche se è più tradizionalmente associato alla cucina degli Stati del Sud: qui viene di solito preparato usando soltanto farina di mais, senza zucchero e senza agenti lievitanti, e viene cotto in una padella di ferro pesante, abbondantemente unta di burro, olio o strutto e scaldata in forno prima che vi venga versato l'impasto. Il risultato è un "pane" molto granuloso e che si sbriciola facilmente (tanto che spesso si mangia al cucchiaio con l'aggiunta di latte o latticello), non è per niente dolce e ha una crosta bruna piuttosto croccante.
Negli Stati del Nord invece, l'impasto del cornbread assomiglia molto di più a quello dei muffin o di altri quick breads (come il pumpkin bread o il banana bread), è più morbido e dolce per l'aggiunta di farina di grano, bicarbonato e zucchero, e viene cotto in forno come una normale torta.
Quella che vi offro è la versione Yankee, con l'aggiunta della farina di grano. Io la preferisco perché le briciole che se ne vanno dappertutto non fanno per me, però al tempo stesso mi piace poco dolce e cotto nella padella in ghisa, ma nulla vieta di aumentare lo zucchero, variare la proporzione delle due farine, e prepararlo in una normale teglia da forno (se quadrata, ancora meglio).

Riscaldare il forno a 180, imburrare bene una padella in ghisa e tenerla in caldo. In una ciotola, mescolare la farina di mais, la farina bianca e il sale e tenere da parte. Fondere il burro in un padellino e lasciarlo leggermente intiepidire, poi mescolarlo allo zucchero. Unire le uova, mescolare finché sono amalgamate, quindi aggiungere il latticello e il bicarbonato. Alla fine unire il mix di farine e mescolare solo finché si ottiene un composto sufficientemente omogeneo. Versare l'impasto nella padella calda (o in una normale teglia da forno precedentemente imburrata) e cuocere a 180 per circa 30 o 40 minuti.

Uva al Forno

lunedì 22 novembre 2010
Uva al Forno

Eccomi qua con la ricetta pigra della settimana. Sicuramente questa entrerebbe di diritto nella rubrica For Dummies, ma per le famose leggi del marketing ho deciso che è meglio presentarla come ricetta minimalista. È molto più chic!
Potrei anche andare avanti e dire che la cottura in forno intensifica ed esalta l'intrinseca dolcezza dell'uva, creando al tempo stesso un sapore e una consistenza nuovi, con delle note dolci e salate che la rendono un accompagnamento insolito ma azzeccatissimo per formaggi, insalate e piatti di carne.
Convinti? Ancora no? Bhe, ma come siete difficili oggi. Beccatevi 'sta uva cotta, schiaffatela sul formaggio, sul pane o tra due foglie di rucola e non fate tante storie.

Uva al Forno


Uva al Forno

uva nera, piccola e senza semi 500 gr. ca
olio 1-2 cucchiai
sale, pepe, timo fresco q.b.


Lavare l'uva, condirla con un paio di cucchiai d'olio, sale, pepe e qualche rametto di timo fresco. Disporla su una teglia da forno e cuocere a 200 per circa 15-20 minuti, finché gli acini sono teneri e iniziano a formare delle crepe.
Ehm, sì, tutto qua...per oggi passo e chiudo.

Zucca, Peperoni e Latte di Cocco. Un Po' Thai.

martedì 16 novembre 2010
Zuppa di Zucca, Peperoni e Latte di Cocco

Ancora Zuppa. Ancora Arancione. Ancora Zucca.
Stavolta però niente violina. Al suo posto, mi sono buttata sulla kabocha, che detta così pare una brutta parola, ma in realtà è il nome di un tipo di zucca giapponese, piccola (bhe...naturalmente, è Japan Style), tonda e dolcissima. Posso tranquillamente sbilanciarmi e dire che per me la kabocha è la zucca perfetta, la vera Cucurbita Maxima, la Rolls Royce delle zucche.
Roba da fare invidia a tutte le Cenerentole.


Zucca, Peperoni e Latte di Cocco
una Zuppa un po' Thai

per 4
zucca, a pezzi 1.5 kg circa
peperone giallo, grande 1
cipolla, piccola 1
pasta di curry thailandese, rossa 2 cucchiaini circa
latte di cocco 1 lattina (circa 350 gr.)
lime 1
olio, sale, pepe, zenzero, lemongrass, semi di zucca per decorare q.b.


La zuppa della settimana ha un'ispirazione un po' Thai. Come già sperimentato qui, sono partita da un fondo a base di pasta di curry thailandese, questa volta rosso, a cui ho aggiunto altro zenzero, lime e lemongrass, tanto per essere sicura che l'effetto Thai si sentisse per bene.

Diporre i pezzi di zucca su una teglia rivesita di carta forno, spolverare di sale e pepe, e cuocere a 200 per circa 45 minuti, finché la zucca risulta morbida. Pelarla, tagliare la polpa a pezzi e tenerli da parte. Nel frattempo arrostire il peperone sulla fiamma del gas, sbucciarlo, eliminare i semi e i filamenti interni, e tagliarlo a pezzi.
In una larga pentola, soffriggere in poco olio la cipolla tritata, 2 cucchiaini circa di pasta di curry (la quantità dipende da quanto è piccante e speziato il curry, meglio iniziare con 1-2 cucchiaini e, se necessario, aggiungerne ancora a fine cottura), un pezzetto di zenzero fresco, la scorza grattuggiata del lime e del lemongrass tritato grossolanamente. Lasciare insaporire per qualche minuto, finché il curry si è sciolto, quindi unire le verdure a pezzi precedentemente preparate. Versare nella pentola il latte di cocco e il succo del lime, portare a bollore, quindi minipimerizzare il tutto finché si ottiene una crema omogenea. All'occorrenza, allungarla con un po' di acqua e se necessario, unire ancora un cucchiaino di curry. Servire decorando ciascun piatto con una manciata di semi di zucca tostati.

Quaglie Farcite con Fichi Secchi e Noci

domenica 14 novembre 2010
Quaglie Farcite con Fichi Secchi e Noci

E fu così che un pomeriggio d'autunno mi toccarono in sorte quattro quaglie, poverelle. E io, più impietosa di Agamennone, decisi di sacrificarle all'altare del blog, quali novelle Ifigenie destinate a placare l'ira di non so più quali Numi.
E, come testimoniato qui sopra, stavolta nessuno stratagemma divino è sopraggiunto in salvo delle vittime.

Bhe...che dire? C'è sempre una prima volta. Solo che, data la mia scarsa dimestichezza con queste esperienze mistiche, mi sento di aggiungere che probabilmente questa operazione non si ripeterà spesso. Però...Santi Numi, buone davvero 'ste quaglie.


Quaglie Farcite
con Fichi Secchi e Noci

per 2 persone (un po' affamate)
quaglie 4, già pulite
(...embè, non starete mica scherzando, vero?)
fichi secchi 7-8
noci pecan 1 manciata
cipolla 1/4
aglio 1 spicchio
brandy 2 cucchiai
arancia, succo e scorza 1/2
pane grattuggiato 1-2 cucchiai
miele 2 cucchiai
olio di oliva, sale, pepe, timo fresco q.b.


Lavare le quaglie, asciugarle bene con carta assorbente e massaggiarle dentro e fuori con sale e pepe. Tritare finemente la cipolla e farla appassire in un po' di olio insieme allo spicchio d'aglio sbucciato e tagliato a metà. Dopo qualche minuto unire i fichi tagliati a pezzi, il brandy, 2-3 cucchiai di succo e la scorza grattuggiata di mezza arancia. Unire sale e pepe e cuocere per qualche minuto finché i fichi sono ammorbiditi. Eliminare lo spicchio d'aglio. Lasciare intiepidire, quindi unire le noci tostate e tritate grossolanamente, e il pane grattuggiato. Aggiustare di sale e pepe. Se l'impasto risulta troppo secco, bagnarlo con del succo d'arancia o con un po' di olio. Farcire le quaglie con circa due cucchiaini di ripieno ciascuna, senza riempirle troppo, quindi legare le zampe con dello spago da cucina e disporle in una teglia da forno.
A parte mescolare 2 cucchiai di olio, 2 cucchiai di miele, 2 cucchiai di succo d'arancia e qualche rametto di timo fresco tritato. Spennellare circa metà del composto sulle quaglie e infornare a 200 per 10 minuti. Pennellare ancora con il resto della bagna e cuocere per altri 20-30 minuti circa, finché le quaglie risultano dorate.

Crema di Patate Dolci e Zucca Violina

mercoledì 10 novembre 2010
Crema di Patate Dolci e Zucca Violina

Il potere del marketing.
Se vi presentavo (OK, OK, Se vi avessi presentato, per gli schizzinosi) una Minestra di Zucca e Patate, la suddetta pietanza avrebbe avuto tutto un altro effetto. Probabilmente avrebbe fatto pensare a un rancio punitivo, o quasi. E invece da quando ho scoperto che la gettonatissima Butternut Squash in italiano è chiamata Zucca Violina (ma poi, sarà vero? please, please, please, confermate, sennò mi viene un attacco di panico), non ci ho visto più dalla felicità.

Zucca Violina. Ma come suona bene! Ha un sapore tutto suo, magico, antico e profumatissimo. Se avessi un ristorante, no, no, che dico, se avessi una locanda, sì, una locanda tipo quella delle fiabe, stile Hansel e Gretel, col pentolone sul fuoco ma senza strega, dicevo, se avessi una locanda la chiamerei davvero La Zucca Violina (che dite, azzeccati i congiuntivi stavolta?).

Adesso però non mi fregate l'idea. Sennò, a letto senza minestra.


Crema di Patate Dolci e Zucca Violina
per 4

zucca violina 1
patate dolci, di media grandezza 3
cipolla 1
aglio 1 spicchio
brodo vegetale, olio, sale, pepe, cannella, noce moscata, zenzero fresco q.b.
yogurt e noci pecan per decorare q.b.


Tagliare la zucca a metà per il lungo ed eliminare i semi. Disporla su una teglia rivestita di carta forno insieme alle patate dolci, intere, e cospargere di sale e pepe. Cuocere in forno a 200 per circa 45 minuti, o finché zucca e patate risultano morbide. Lasciare intiepidire leggermente, sbucciare, e tagliare la polpa a pezzi.
Nel frattempo in una pentola capiente cuocere in poco olio la cipolla tritata e lo spicchio d'aglio sbucciato. Unire le verdure a pezzi, insaporire con cannella e noce moscata, coprire con il brodo vegetale e portare a bollore. Ridurre a crema con il frullatore a immersione, rimettere sul fuoco e aggiustare di sale e pepe. Unire un dito di zenzero grattuggiato fresco, se vi piace piccante, oppure un paio di cucchiai di sciroppo d'acero, se la preferite dolce.
Per servire, decorare ogni piatto con dello yogurt e una spolverata di noci pecan tostate e tritate grossolanamente.

Cavoletti al Forno con Melograno e Nocciole

domenica 7 novembre 2010
Cavoletti al Forno con Melograno e Nocciole

E se lanciassi una nuova rubrica? Potrei chiamarla La Cucina Pigra della Domenica, oppure, meglio ancora, Ricette for Dummies. Che ne dite?
Sississsissssiì? E allora inauguriamola!

P.S: Prima dello sproloquio sulla difficilissima esecuzione, vi confesso che io impazzisco proprio per tutte le combinazioni salato+frutta e/o noci. Ve lo dico così, di sfuggita, casomai vi venisse in mente la grande idea di invitarmi a cena.


Cavoletti al Forno
con Melograno e Nocciole

for Dummies

cavoletti di Bruxelles 800 gr. circa
melograno 1/2
nocciole sbucciate 1 manciata
cipolla rossa 1/2
aglio 2 spicchi
sale, pepe, olio q.b.


Lavare i cavoletti, tagliare la base dura ed eliminare le foglie esterne. Tagliare a metà quelli più grandi e lasciare interi i più piccoli, in modo da averli tutti più o meno delle stesse dimensioni. Condirli con 1-2 cucchiai di olio, sale e pepe (a piacere potete aggiungere due cucchiaiate di sciroppo di melograno, e se per caso non avete tutte le fortune e il negozio di specialità mediorientali non è proprio dietro l'angolo, bhe, potete sempre farvelo da soli, che tanto sempre Ricetta for Dummies resta, non vi preoccupate).
Mettere i cavoletti in una teglia rivestita di carta forno, unire gli spicchi d'aglio sbucciati e tagliati a metà, e la cipolla tagliata a fettine sottilissime.
Infornare a 200 per circa 30-40 minuti, finché i cavoletti sono ben arrostiti.
Nel frattempo tostare le nocciole in forno per qualche minuto, sfregarle tra le mani per eliminare il più possibile la pellicina e tritarle grossolanamente.
Mescolare i cavoletti con i chicchi di melograno e le nocciole e servire.