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Quinoa con Spinaci Saltati al Limone e Zenzero

mercoledì 19 febbraio 2014
Quinoa with Spinach, Lemon and Ginger

La tua casa, essendo il luogo in cui tu leggi, può dirci qual è il posto che i libri hanno nella tua vita, se sono una difesa che tu metti avanti per tener lontano il mondo di fuori, un sogno in cui sprofondi come in una droga, oppure se sono dei ponti che getti verso il fuori, verso il mondo che t'interessa tanto da volerne moltiplicare e dilatare le dimensioni attraverso i libri. Per capire questo, il Lettore sa che la prima cosa da fare è visitare la cucina.
La cucina è la parte della casa che può dire più cose di te.
~ Italo Calvino, Se una notte d'inverno un viaggiatore



Sono entrata in una trappola. Ieri ho letto queste parole e, all'apice della vocazione bloghereccia dei miei (forse ultimi) giorni d'esilio, ho deciso di prenderle in prestito per dare inizio a un nuovo post.
Poi però ho avuto come la sensazione di trovarmi su un terreno a sdrucciolo, costretta da me stessa a continuare un discorso che non reggerebbe il confronto. Non ce la posso fare. Preferisco davvero lasciarle cadere così, queste frasi rubate, silenziose ma ingombranti, cariche e fitte come fiocchi di neve.
Del resto, cosa si potrebbe dedurre dalla mia cucina inesistente? Sarebbe una delusione. Forse tu, Lettore, potresti pensare che il mio blog è tutto un bluff (come del resto io stessa vado ripetendo a chiunque mi dia un po' di confidenza...), e che in realtà mi piace molto di più perdere tempo a litigare coi fantasmi, ammucchiare pezzi di legno e ascoltare la voce delle cose, specie quelle arrugginite e stanche, piuttosto che affilare coltelli e triturare le carote per il soffritto. Perché a dire il vero, a me non è mai piaciuto preparare il soffritto, con tutta quella cipolla da affettare tra lacrime senza senso, e quelle verdure da scubettare alla perfezione, pena il discredito perenne dal Gran Consiglio dei Soffriggenti.
Cosa si potrebbe postulare dalle mie ciotoline rigorosamente scompaiate, da quella fila di spezie senza remora che riescono a farsi strada a seconda degli umori del momento, dallo zucchero grezzo e dall'immancabile manciata di farina Manitoba, che non si sa mai? Posso anche aggiungere, per chi volesse indagare oltre, che posseggo mio malgrado un forno E.N.O.R.M.E., un buco nero e profondo a prova di Tacchino, quantomai sproporzionato e imbarazzante. Col tempo ho imparato ad andarci d'accordo e ho messo a frutto la sua stazza indisponente trasformandolo in ripostiglio; se tu, Lettore infedele, potessi guardarci dentro, vedresti una pila indistinta di teglie scure e rotte, accatastate l'una all'altra senza senso, di quelle teglie grezze e pesanti che ci si attacca tutto e che a cuocere biscotti non ce la fa neanche Martha Stewart.
Ho quindi un indispensabile tostapane, quasi nuovo ma finto vintage; tantissimi vasetti pieni di marmellata, di solito rossa e con le fragole, di quella semplice, con i pezzi ma senza pepe, aceto balsamico o altre diavolerie. Marmellata deliziosamente imbloggabile.
Una tagine che vorrei usare più spesso, quattro vasi di vetro, raggiungibili solo con una scala, colmi di stampini per ogni forma del creato, per biscotti natalizi al miele e cannella, per cannelés di Bordeaux e per ravioloni ripieni che non vedranno mai la luce. Pentole sospese al soffitto, mini cocotte in tutti i colori della primavera, e un'unica concessione futuristica a una vergognosa progressione di grattuge lunghe, sottili e affilatissime.
Ma non c'è spazio per due, nella mia cucina. Non c'è una sedia e nemmeno un tavolo, figurarsi! Non esiste dispensa né cassetto, e l'ordine imperfetto di pentolame, forchettame, attrezzume e caccavelle si regge su un equlibrio assai delicato, progettato con fatica e tutelato con orgoglio.
Cosa potresti dedurre, caro Lettore dallo sguardo impietoso, non saprei proprio dirlo. Ci ho pensato, tutta la sera e poi un'ora stamattina col caffè. Ma la mia cucina vera è uno spazio immaginario, "un sogno in cui sprofondo come in una droga", una difesa per allontanarmi dal mondo, chiedendo al mondo di venire con me.
E allora ecco qua, buona quinoa spinacina a tutti.

Quinoa, Spinach and Salt


Quinoa con Spinaci Saltati
al Limone e Zenzero

per 4-5 persone

Quinoa with Spinach, Lemon and Ginger

quinoa 250 gr
spinacini freschi due mazzi abbondanti
aglio 2 spicchi
limoni 2
zenzero fresco 1 pezzo
olio di oliva, sale, salsa di soia q.b.


Quinoa and Garlic

Pulire delicatamente gli spinacini e togliere i gambi piu grossi. Scaldare qualche cucchiaio di olio in una larga padella, soffriggere per due minuti gli spicchi d'aglio sbucciati e tagliati a metà, quindi unire gli spinacini puliti e farli appassire leggermente. Insaporire con la scorza dei limoni e lo zenzero grattuggiati.
A parte cuocere la quinoa in acqua salata, seguendo le indicazioni della confezione. Lasciarla gonfiare e riposare per qualche minuto.
Quando è pronta, unirla agli spinaci e far saltare per un minuto, mescolando e unendo a piacere salsa di soia o un pizzico di sale.
Servire tiepida.
w.v.<3

Big Bowl of Quinoa