Ecco a voi un'altra ricetta minimal, veloce e semplicissima, perfetta anche per il più pigro dei foodblogger e per la più striminzita delle cucine. Scopiazzata direttamente da
The Minimalist, un nome una promessa. Ormai sapete tutti - almeno spero - chi sia questo fantomatico Minimalist, e se non lo sapete ve lo ripeto per l'ultima volta: trattasi di Mark Bittman, già, sempre lui, quello che ha reso famoso in giro per il web
il Pane Senza Impastare, una delle poche ricette non sue inserita
nella colonna del New York Times che ha gloriosamente curato per anni.
Il fatto è che io e questo Mark Bittman abbiamo inziato a fare sul serio solo qualche mese fa, quando sono entrata in un vero e proprio trip con i suoi piatti semplicissimi, a volte un po' eretici, ma sempre irresistibili e di sicura riuscita.
Il colpo di fulmine è accaduto quando ho appreso per caso tre o quattro fatti fondamentali:
1) Mark Bittman, il food journalist forse più famoso del NYT, lo stesso che ha sperimentato, testato e pubblicato migliaia di ricette, ha
una cucina piccolissima, ma così piccola che quasi mi fa concorrenza (ho detto
quasi);
2) Mark Bittman è un appassionato maratoneta, e in quanto tale ha addirittura
una sua colonna in runnersworld.com;
3) La signorina Bittman, figlia del più celebre Mark,
a quanto pare lavora come cameriera in una nota pizzeria di San Francisco, e vive nella Mission (aggiudicandosi così altri 10 punti in più, gratis);
4) Mark Bittman
ha nominato La Ciccia come uno dei migliori ristoranti italiani a San Francisco, confermando che io e lui siamo proprio sulla stessa lunghezza d'onda e facendomi quasi prendere un colpo alla scoperta che lui ha davvero cenato lì, proprio a due passi dalla mia cucina striminzita, e magari proprio mentre io gli passavo davanti andando a prendere l'autobus.
Ecchevoletechecifaccia? Trattasi solo dell'ennesimo Mark entrato di diritto nella mia collezione di
i-like-this-guy, dopo
Mark Z.,
Mark G., e - oh -
Mark M./
Mark M.
A ognuno la sua zuppa, calda o fredda, poco importa.
Zuppa Fredda di Taccole
per 2-3
taccole 500 gr
brodo vegetale 750 ml circa
sale, pepe, panna acida, prezzemolo fresco q.b.
La cosa più difficile della ricetta - parlo per me - è stato cercare di capire quale fosse l'equivalente italiano degli sugar snap peas, dato che io, da brava foodblogger, queste benedette taccole non le avevo mai viste né sentite in terra patria.
E dal momento che la fatica l'ho già fatta io per voi, che aspettate? Mano al frullatore e via di zuppa.
Lavare le taccole e metterle in una larga pentola insieme al brodo. Portare lentamente a bollore e far cuocere a fuoco basso per circa 10 minuti, finché le taccole sono piuttosto tenere. Spegnere e far raffreddare per qualche minuto. Frullare taccole e brodo fino a quando si riducono a un puré. Filtrare il composto attraverso un colino a maglie fitte o un passaverdura per eliminare le fibre, aggiustare di sale e pepe e far raffreddare in frigo. Servire la zuppa aggiungendo a ciascun piatto della panna acida e un po' di prezzemolo fresco tritato.