... hai visto come piove,
senti come viene giù
tu che dicevi che non pioveva più...
(L. Cherubini, Piove)
La frittata è fatta. Abbiamo il cuore sventrato, le ossa deboli, e le viscere attorcigliate. Amanti fino al midollo. E quando la frittata è fatta porcapaletta non si torna indietro.
Non chiamatela focaccia (... ehm... missà tanto che qui ci vuole la spiega: la ricetta viene da questo delizioso libro, acquistato usato per $2; uno degli acquisti più sorprendentemente azzeccati della mia gloriosa carriera di foodblogger, se non fosse che queste cose tonde oggetto dell'odierno post, nel libro vengono chiamate focacce, ma io NO!!!, non ce la faccio, questo proprio non posso accettarlo, e so che tra di voi c'è chi mi capisce...).
E allora non chiamatela focaccia. Perché è una frittata. Ed è fatta.
per 6 frittate di circa 18 cm di diametro
farina di ceci 90 gr
uova 3
latte 240 ml
olio di oliva 1 cucchiaio
rosmarino fresco 2-3 rametti
sale, pepe, burro q.b.
uova 3
latte 240 ml
olio di oliva 1 cucchiaio
rosmarino fresco 2-3 rametti
sale, pepe, burro q.b.
Sbattere le uova in una ciotola. Unire la farina poco alla volta, sempre sbattendo e cercando di evitare che si formino grumi. Unire l'olio, il latte e il rosmarino tritato. Insaporire con sale e pepe.
Fondere un poco di burro in un padellino da crepes di circa 18 cm di diametro. Versare una quantità di impasto appena sufficiente a coprire il fondo, e cuocere per un paio di minuti fino a quando si è rappreso. Girare la frittata con l'aiuto di una spatola e cuocere anche dall'altro lato per poco meno di un minuto.
Ripetere l'operazione per le altre frittate, finché l'impasto è terminato. Servire calde o tiepide.
P.S: a dire il vero, non le chiamerei nemmeno frittate, dal momento che sono davvero troppo sottili per qualificarsi come tali. Sono delle cose rotonde, ecco. Profumate di amore e di rosmarino. Quelle cose così compiutamente tonde che tutto il resto porcapaletta non conta più.