Happiness only real when shared.
(E. Hirsch [scritto in un libro], Into the Wild)
Esiste secondo voi LA ricetta della felicità? Oppure è cosa sopravvalutata, come le ostriche, il tofu e Julia Roberts? Intendo dire, qualcuno ne conosce la formula perfetta, quantificabile come le uova nel pan di spagna; oppure è assurdo ostinarsi a cercare quel fine ultimo e impossibile come l'alzata del soufflé? Sarà poi vero che per raggiungere la felicità bisogna essere inflessibili e caparbi, sopportare la fatica, armarsi di pazienza e rivoltare l'impasto mille volte quasi fosse un croissant? Chi lo ha detto che il rumtopf si può gustare solo a Natale? Cosa succede se invece di aspettare giorni e ore sbirciamo nel calice già a settembre, infiliamo le dita nello sciroppo e assaggiamo fragole e ciliegie?
Forse la felicità non ha nulla a che vedere con quel pâté de canard en croûte che nessuno riesce a riprodurre; forse non è poi così difficile fare la lista della spesa, decifrare gli ingredienti e trovare chi sia in grado di fornirceli. Magari è possibile rubare un pezzo di felicità anche dentro una coppa di mirtilli alla panna in un martedì qualunque, o in una stecca di zucchero filato la domenica alle giostre. Forse un pezzo di felicità è anche una passeggiata al chiaro di luna sotto la neve che cade, il profumo dell'erba appena tagliata, una corsa sotto la pioggia per le strade deserte, un sorriso rubato a un estraneo sul tram. O un ricordo lontano, riafforato per caso nella memoria.
E magari un briciolo di felicità si può trovare anche in un piatto di minestra d'orzo, tale e quale a quella che mangiavate da bambini. Possibile?
per un esercito affamato
orzo 200 gr
cipolla bianca 1
aglio 2 spicchi
carote 2
sedano 1 gambo
stinco di maiale affumicato
(o osso di prosciutto con residui di carne) 1
alloro 2 foglie
salvia 2 foglie
dado per brodo 1/2
patate medie 1-2
olio, sale, pepe, acqua, latte q.b.
Tritare finemente la cipolla e farla soffriggere per qualche minuto in un po' di olio insieme agli spicchi di aglio pelati. Aggiungere le carote e il sedano ridotti in dadolata e cuocere per qualche minuto. Unire l'orzo e farlo tostare, quindi aggiungere il dado, lo stinco di maiale affumicato tutto intero (oppure l'osso di prosciutto), alloro e salvia, e coprire con circa 2,5 litri di acqua. Cuocere dolcemente per un'ora e mezza, unendo altra acqua se necessario. Pelare le patate e tagliarle a cubetti. Unirle alla minestra insieme a un paio di bicchieri di latte (piu o meno, a seconda di come vi piace cremosa), e continuare a cuocere per un'altra mezz'ora. Il sale va unito solo verso la fine, perché l'osso di maiale è già salato. Eliminare gli odori e servire con una spolverata di pepe nero macinato. Volendo, si può prelevare dallo stinco la carne di maiale e aggiungerla a pezzetti alla minestra.
P.S: Avevo provato anche una versione vegetariana, ma non era stata la stessa felicità.