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Julie & Julia

domenica 9 agosto 2009
Julie & Julia

Ditemi la verita’: chi ha bisogno di un’altra fonte di ispirazione per mettersi ai fornelli all’una di notte, armati di ingredienti rari, lame affilatissime e attrezzi di dubbia utilita’? E' davvero necessario un altro incentivo per perdere ore di sonno in attesa del ragu’, o per sperperare l’ultimo stipendio in spezie esotiche e ultime novita’ editoriali a tema culinario?
Siete avvertiti: andate a vedere Julie & Julia e gia’ ai titoli di coda sentirete la classica incontrollabile frenesia di correre a casa, sondare il frigo e la dispensa per fare l’inventario delle risorse a disposizione, tirare fuori gli armamenti e iniziare a tritare carote e cipolle freneticamente. Molto probabilmente vi verra’ una voglia pazza di fare il beef bourguignon, non importa se sono le undici di sabato sera e avete appena digerito la pizza alle acciughe.

Perche’ questo non solo e’ uno di quei film a sfondo culinario con primi piani paradisiaci di torte al doppio cioccolato, anatre ripiene in crosta di pane e crostate alla crema. E’ anche un film che parla di una foodblogger newyorkese alle prese con una personalissima sfida: riprodurre una per una tutte le ricette del famoso libro di Julia Child, Mastering the Art of French Cooking, uscito nel 1961 e ancora oggi considerato il piu’ valido manuale di cucina francese in terra americana. 365 giorni per 524 ricette, numeri che a ogni persona sana di mente farebbero impallidire. Ma Julie Powell (Amy Adams) e’ decisa a completare la missione, per dimostrare a se stessa che alla soglia dei 30 anni e’ anche lei capace di portare a termine almeno UN progetto, alla pari delle sue amiche in carriera e palmare-dipendenti.

Fare-la-spesa-usciti-dal-lavoro-correre-a-casa-a-cucinare-la-ricetta-n.-322-assaggiare-il-prodotto-finito-scrivere-un-post-a-tema-cliccare-tasto-Invio-iniziare-a-pensare-alla-ricetta-n.323. Ogni sera per un anno intero, ritmi da caserma militare che tuttavia hanno qualcosa di vagamente familiare... Piu’ di qualcuno si riconoscera’ in Julie che punta la sveglia alle due di notte per terminare la cottura dello stufato, che alla mattina in ufficio controlla i messaggi del blog prima ancora che quelli di lavoro, che parla all’aragosta e che si da’ malata per poter ritentare con piu’ calma un piatto riuscito male. Il tutto sempre di corsa, e sempre nello spazio microscopico di una cucina formato mignon in cui anche fare un uovo sodo sarebbe un’impresa (a proposito, non ho potuto fare a meno di notare che quella cucina x-small e' pur sempre piu' grande della mia...che disperazione!).

Parallelamente, il film narra la storia della stessa Julia Child (Meryl Streep), che nel 1949 va a vivere a Parigi al seguito del marito, un diplomatico al servizio dell’ambasciata Americana. E a Parigi la Child scopre una passione sfrenata per il cibo francese e si mette in testa di fare della cucina la vera missione della sua vita. Si iscrive cosi’ alla prestigiosa scuola Le Cordon Bleu, decisa a sfidare a colpi di omelette i colleghi studenti, tutti rigorosamente maschi e tutti rigorosamente francesi. E una volta ottenuto il diploma si imbarca in un’avventura editoriale di dieci anni, culminata con la pubblicazione del manuale e la nascita del primo show televisivo a tema, The French Chef.

Oltre a una nuova esilarante performance di Meryl Streep in veste comica e alla riconferma dell'azzeccatissima accoppiata con Stanley Tucci, sono sicura che ai foodbloggers non sfuggira’ la carrellata di teglie in rame stagnato in ogni forma e dimensione, di mattarelli lunghi un metro che potrebbero tirare delle sfoglie da qui a New York, coltelli professionali lucidi e affilatissimi, uno per ogni tipo di verdura o pollame, pentole della Le Creuset in tutti i colori dell’arcobaleno, padelle in ghisa pesante che potrebbero sfondare il mio attuale piano cottura, e altre innumerevoli caccavelle stile cucina perfetta. Roba che al confronto gli abiti ne Il Diavolo Veste Prada non sembrano buoni nemmeno come stracci per pavimenti.

Se all’uscita del film vi trovate misteriosamente in coda da Sur la Table o similari, non dite che non vi avevo avvertito. Sigh...che sia arrivata l’ora di barattare la borsa di Gucci per il Kitchen Aid dei miei sogni?
9 commenti
alessandra ha detto...

io, intanto, ho ordinato la bibbia della julia child da amzon's. E se questo non ti sembra sufficientemente grave, aggiungo che sono in partenza per due settimane, e quindi non ci sarà nessuno a riceverlo, quando arriverà a casa. Per cui, ora, mi sto vestendo di corsa e, con capelli bagnati e infradito, sto per fiondarmi a citofonare ai vicini, per vedere quale sia il malcapitato che resti a casa a ferragosto...devo procedere?????
e comunque, sara: quanto mi piace il tuo blog!
ale

Fra ha detto...

Grazie per questa entusiasta recensione non vedo l'ora che esca qui in Italia!!! ora vado a reperire il libro di giulia child su internet :D
Un bacione
fra

ornella ha detto...

Sara, mi commuovi... Barattare la Gucci??? Assolutamente NOOOOOOOOOOOO...anche quando sarà fuori moda! Deve giacere lì nel fondo dell'armadio nel suo sacchetto originale, nella sua bella scatola verde... Il film, non me lo perdo per nessuna ragione al mondo! Ti saprò dire se la cucina xsmall è più o meno grande della mia. ;)))
Bacioni,
Ornella

il gatto goloso ha detto...

grazie per la recensione e l'entusiasmo che hai nel raccontare le varie storie. Io sono una di quelle che al lavoro accende il computer e per prima cosa (di nascosto dal boss) va a leggere i commenti del blog ( e addirittura mi sveglio prima alcune volte!), sono una di quelle che la settimana di malattia con la febbre serve per sperimentare piatti che girano in testa da troppo tempo... mi sa proprio che ho la malattia del foodblogger... il tuo blog è davvero interessante e ben fatto! Complimenti! :]

One Girl In The Kitchen ha detto...

@Ale e Fra: mi diapiace dirvelo, ma per voi due non c'e più rimedio. Ma pure il libro della Child adesso?????!!!! Preparatevi a fare scorta di burro, che' le ricette sono belle cariche. : )

Ornella, hai ragione, la Gucci non si baratta. E poi, a meno che non lo appenda al posto del lampadario, il Kitchen Aid non ci sta proprio nella mia cucina....

Gattina golosa......mi sa che anche per te la diagnosi e' cronica. Grazie dei complimenti. : )

mika ha detto...

Oh, mi hai fatto spaventare...ero convinta di essermelo persa...ho visto un sacco di articoli su internet nei siti in lingua inglese che frequento, ma non mi son mai degnata di controllare la data di uscita del film...fiiiiu, sono ancora in tempo...

Francesca P. ha detto...

Oggi sono andata in giro per tag. Dopo "fotografia", non potevo perdermi l'appuntamento al cinema. Questo film l'avevo perso quando uscì e l'ho recuperato quest'estate, una sera d'agosto, quando ho iniziato anche a pinnare a bestia. E avevo gli occhi di fuori, per quello che vedevo. Forse è tutto legato, come la salsa con la carne.
Le frasi unite divise solo dal trattino adesso so cosa significano. E a proposito dell'ultima riga, beh, se vuoi un consiglio anche se non me l'hai chiesto, la risposta è sì. Anzi doppio sì, farcito. Io, se potessi, lo prenderei verde acqua.

One Girl In The Kitchen ha detto...

ahaha francesca, arrivi tardi. La, anzi LE borse di gucci le ho vendute da tempo (meglio investire in una canon nuova) e il kitchen aid ho fatto a tempo a comprarlo e rivenderlo... (sempre per la storia che la mia cucina e' piccolissima e si era per quel motivo sentita giustamente usurpata, e per quell'altra storia che io, alla fine di tutto, non cucino mai!! ;)

ghada ha detto...

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